Infezione ospedaliera
In caso di decesso, causato da infezione contratta dal paziente all’interno dell’ospedale (infezione nosocomiale), l’Azienda Sanitaria Provinciale è tenuta a risarcire il danno da perdita parentale – patito dai prossimi congiunti del paziente deceduto – per non aver apprestato tutte le misure idonee a prevenire le infezioni nosocomiali (Tribunale Catania sez. V civile, 19/05/2022, n. 2268).
Nel settembre 2013 il sig. CO. ST., – affetto anche da patologie di natura polmonare – veniva ricoverato in discrete condizioni generali presso il Presidio Ospedaliero Gr. di Caltagirone per essere sottoposto ad un intervento di colecistectomia. Nei giorni immediatamente successivi al ricovero, il paziente sviluppava un’insufficienza respiratoria acuta (c.d. polmonite nosocomiale) ed il peggioramento delle sue condizioni spingeva i medici a trasferirlo presso il reparto di rianimazione. Ciò nonostante, a distanza di quasi un mese, il paziente decedeva a causa di un arresto cardiocircolatorio terminale.
La Coniuge ed i figli del sig. CO. ST. – ritenendo l’Ospedale responsabile – adivano il Tribunale di Catania al fine di ottenere dall’Azienda Sanitaria Provinciale il risarcimento dei danni per errore medico derivanti dalla “perdita del rapporto parentale” e conseguenti all’interruzione della relazione che legava il defunto ai suoi prossimi congiunti.
Nel corso del Giudizio è emerso come il paziente avesse contratto all’interno dell’ospedale un’infezione dovuta al batterio “Acinetobacter baumannii” e ad altri batteri resistenti agli antibiotici. Il Tribunale di Catania ha ritenuto che il paziente fosse deceduto proprio a causa dell’infezione contratta all’interno dell’ospedale, che ha determinato l’aggravarsi delle sue condizioni cliniche ed innescato una catena di eventi che lo ha condotto al decesso per shock settico, insufficienza multiorgano, arresto cardiocircolatorio terminale. L’Azienda Sanitaria Provinciale è stata pertanto ritenuta responsabile del decesso non avendo ottemperato agli obblighi previsti dalla normativa vigente in tema di preservazione delle condizioni igieniche dei locali di ricovero e cura idonee a fornire al paziente le migliori condizioni di assistenza e potenzialmente efficaci nel prevenire le infezioni nosocomiali. Secondo il Tribunale l’ASP non avrebbe infatti fornito la prova di aver provveduto alla regolare e periodica sterilizzazione dei locali di degenza, assistenza e cura.
Il Tribunale di Catania ha conseguentemente riconosciuto a titolo di risarcimento del danno la somma di € 210.000,00 in favore della coniuge e dei due figli (di 17 e 24 anni) conviventi con il padre deceduto (ciò in ragione della significativa perdita del legame parentale incidente altresì sui loro processi di crescita) nonché la somma di € 170.000,00 in favore degli ulteriori tre figli non conviventi, così per complessivi € 1.140.000,00.